“Servire” meglio continua ad essere lo spirito con cui ci siamo riuniti nell’annata rotariana 2017- 2018.

Il “tempo” che noi usiamo per conoscerci nei nostri incontri deve avere una positività:  farci promotori di progetti a favore dell’umanità.

Essere rotariani rappresenta l’impegno per un progresso, un miglioramento, fatto insieme, ma anche personale: l’esperienza rotariana può essere anche intesa come co-costruzione per dare un ulteriore senso alla nostra esistenza. Il “servire” non come sfida ma come educazione alla generosità, alla disponibilità, non di pochi ma di tutti.

Quest’anno promuoveremo almeno tre progetti che rispondono ai bisogni della comunità aretina

Primo progetto – FAMIGLIE INSIEME

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L’associazione Famiglia Insieme, presente nel territorio del comune di Arezzo dal 1989, è un associazione di volontariato. Nel suo statuto ha il fine di “prestare particolare attenzione alle problematiche delle famiglie, alla tutela dei minori all’affidamento familiare..”. Durante questi anni il dialogo con le strutture pubbliche e gli enti locali ha dato origine ad esperienze significative come la gestione del Centro Accoglienza Minori, la messa a punto del progetto 1,2,3…stella finalizzato ad offrire servizi qualificati a sostegno delle famiglie con bambini fino a 12 anni e il progetto della Banca del Tempo.

Negli ultimi anni ’80 un’apposita legge regionale delegava alle Unità Sanitarie Locali le funzioni di tutela dei minori in stato di abbandono. Il progetto prevedeva la presenza di una famiglia stabile e volontaria che creasse attorno ai minori il calore di una casa e un momento educativo idoneo. L’incarico di concretizzare tale progetto fu affidato alle famiglie del Movimento dei Focolari. Questa decisione era maturata perché i responsabili del servizio socio sanitario erano rimasti colpiti dal modo con cui era stato affrontato un affido di un bambino autistico. Si erano resi conto che la famiglia affidataria non agiva da sola, ma all’interno di una più vasta comunità di famiglie. Per concretizzare questa collaborazione tra istituzioni e famiglie fu necessario costituire un’associazione che prese il nome di “Associazione famiglia Insieme” e così ebbe inizio un percorso, che ormai va avanti da 25 anni e che ha visto il passaggio di 450 minori.

All’inizio era un centro di pronta accoglienza, ma nel tempo si è trasformato in centro residenziale dove 8 ragazzi arrivano a trascorrere periodi molto lunghi. L’associazione ha garantito sempre la presenza stabile di una famiglia di volontari coadiuvata da educatori . Da Dicembre 2013 a sostenere il C.A.M. c’è una nuova famiglia che si è trasferita da Firenze Andrea, Shahla musulmana di origine iraniana e in Italia da quasi 30 anni e i due figli.

Questa Comunità si ispira al “modC:\Users\Paolo\Documents\Rotary\S I T O\famiglie insieme.jpgello di vita familiare”, caratterizzato dall’assunzione da parte della coppia dei coniugi residenti e dagli operatori presenti, delle funzioni tipiche del ruolo genitoriale, secondo una prospettiva educativa psicosociale tendente a ricercare e promuovere processi di cambiamento positivo della persona. Gli 8 ragazzi e ragazze da 0 a 18 anni ospitati sono appartenenti al territorio, temporaneamente allontanati dalla famiglia d’appartenenza e bisognosi di Tutela e Partecipazione educativa quando gli interventi di sostegno alle famiglie si sono rilevati insufficienti.

L’intento è quello di accompagnare i ragazzi durante la crescita, aiutarli a rafforzare le proprie attitudini, accompagnarli nello studio e nella crescita della loro persona. Il tutto in un normale clima familiare dove ognuno ha i suoi compiti e doveri.

Grazie all’aiuto di volontari che dedicano ore del loro tempo e disponibilità si riesce a garantire ai ragazzi la possibilità di essere aiutati se necessario nei compiti odi svolgere attività sportive, uscite, vacanze.

Anche la residenza rispecchia le caratteristiche di una qualsiasi delle nostre case; più grande sicuramente visto che oltre alla famiglia volontaria ci sono 8 ragazzi. Si trova in via Verdi in un’abitazione condominiale di circa 200 metri quadrati così ripartiti:

    • servizi: una cucina, una lavanderia ripostiglio, 3 bagni
    • ambienti comuni: sala studi e attività ludico ricreative, salotto
    • camere:3 camerette per gli ospiti (3+3+2), 2 camere per la famiglia di convivenza, una per i genitori e l’altra per i figli
    • 1 studio, destinato agli incontri e ai colloqui con gli ospiti, i loro familiari o rappresentanti legali e con gli operatori dei servizi sociali;

 La casa è “molto vissuta” e quindi spesso necessita di riparazioni.

Valuteremo con le famiglie la priorità del momento.

Secondo progetto – DOPO DI NOI

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La Comunità “Il Cenacolo” nasce verso la fine degli anni sessanta, in un clima sociale molto impegnativo in cui le coscienze sono divise tra la rivoluzione culturale e la ricerca, nella spiritualità, del significato dell’esistenza.

Nasce per l’impegno e la fede del padre assistente e di alcuni fratelli ancora presenti con le loro famiglie, che hanno vissuto la loro vita nel segno del carisma francescano e sono diventate, nel tempo, i punti di riferimento per chi si avvicina per la prima volta a questa esperienza.

L’inizio è pieno di ideali vissuti d’impulso, ma anche con un certo disorientamento legato alla ricerca della propria vocazione; forse è stata anche la fase in cui qualche posizione assunta è stata in seguito ripensata; tuttavia è anche il momento in cui si va delineando la vocazione e la scelta che poi la fraternità riconoscerà nel futuro come propria: la scelta, cioè, di vivere la Comunità come un’esperienza di fede nel segno di Francesco ma, come lui, anche con un forte impegno nella realtà sociale in cui ci troviamo a vivere.

Da questo quindi, nascono le prime riflessioni e la ricerca di contesti esterni in cui fosse possibile dare un contributo in termini di amicizia e di solidarietà.


Siamo alla fine degli anni Settanta e l’evoluzione di questa prima fase è in realtà molto veloce e ben presto la Comunità, dopo aver sperimentato l’esperienza dell’incontro settimanale del sabato, riesce ad organizzare una prima vacanza a Pieve a Pelago con la partecipazione degli “amici del sabato” con la disponibilità di tanti fratelli ed il sostegno forte di alcune suore francescane; questa esperienza, che quest’anno sarà alla 37° edizione e che ora si svolge nel mese di agosto all’Alpe di Poti, grazie alla generosa disponibilità delle sorelle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, è stata negli anni un punto di riferimento e di approfondimento del rapporto con gli amici diversamente abili. Negli anni rendendosi conto che camminare al fianco di queste persone, fratelli privilegiati in Cristo, significava anche partecipare ai loro bisogni interiori e di integrazione con il mondo esterno. Proprio in questo senso nasce, per ispirazione e impegno di qualcuno ma con il coinvolgimento di tutta la fraternità, l’idea (o forse sarebbe meglio dire il bisogno) di andare oltre nella condivisione dell’esperienza di vita e così prende corpo e consistenza la Cooperativa Sociale il Cenacolo in cui alcuni fratelli disabili riescono a trovare una collocazione lavorativa, congiuntamente con altri fratelli che hanno scelto di costruire anche la propria esperienza professionale in sintonia con la vocazione della fraternità.
Oggi la cooperativa conta 44 dipendenti, di cui oltre la metà con invalidità e gestisce alcune attività che vanno dai servizi socio sanitari, ad un esercizio commerciale, alla gestione di un ristorante; in questo percorso, decisivo è stato anche l’appoggio e lo stimolo che è venuto dall’Istituto di Agazzi, Centro di riabilitazione Divina Provvidenza dei Padri Passionisti, la cui direzione sanitaria è affidata ad un fratello della comunità, cresciuto nel segno dell’utopia francescana.Questo percorso, iniziato con l’O.F.S. e proseguito con la Cooperativa passando per l’Associazione di Volontariato (costituita per meglio condurre sia la vacanza di Poti che la gestione dei rapporti con l’esterno, anche dal punto di vista fiscale), avrebbe avuto il suo logico completamento con la realizzazione di una “Casa Famiglia”, progetto che per motivi diversi non è andato in porto: essa sarebbe stato uno strumento nelle mani della Provvidenza per contribuire a risolvere il problema del futuro per le famiglie dei nostri “ragazzi del sabato”; ebbene, la neo costituita Fondazione “Riconoscersi”, nata su iniziativa e con l’impegno di alcuni fratelli della comunità e che avrà sede nell’edificio del Convento dei Cappuccini, realizza questo vecchio desiderio e contribuisce al progetto, in una prospettiva più ampia, di solidarietà sociale e assistenza socio – sanitaria a favore di persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale.E’ anche vero che l’impegno sociale non è stato il solo elemento che ha caratterizzato questi lunghi anni di Comunità: la consapevolezza di essere parte di un progetto più grande e il desiderio di sentirsi Chiesa ci ha portato verso la condivisione di momenti molto importanti con le altre Comunità locali, con le realtà parrocchiali, oltre che con le altre Fraternità della Toscana e con le altre famiglie francescane locali.La Comunità potrà essere fattivamente aiutata partecipando alla costituzione della “Fondazione Riconoscersi”, onlus, che si occuperà di avviare un progetto innovativo volto a favorire la soluzione del problema del “dopo di noi”.

Questo nostro contributo può rappresentare una speranza per tutti quei genitori e familiari di persone portatrici di gravi svantaggi psico-fisici che una organizzazione con specificità consolidate possa alleviare l’immenso dolore vissuto.

Terzo progetto – NATI PER LEGGERE

Nati per Leggere é un progetto nazionale di promozione della lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni che intende favorire lo sviluppo nei primi anni del bambino con l’ausilio dei libri e della lettura ad alta voce.

La lettura ad alta voce produce molti effetti positivi sullo sviluppo del bambino, sia perché facilita una modalità di comunicazione affettiva con i genitori, sia perché promuove le competenze cognitive del bambino, in particolare quelle connesse con lo sviluppo del linguaggio. Tale pratica contribuisce inoltre a ridurre il divario culturale tra i gruppi sociali, aspetto sul quale il progetto si é dimostrato, sia negli Stati Uniti sia in Italia, particolarmente efficace.

La finalità del progetto é quindi quella di promuovere la lettura ad alta voce, nell’ ambito della famiglia, a partire dal secondo semestre di vita.
La situazione italiana rispetto all’abitudine alla lettura, come é noto, é particolarmente critica. Dall’indagine che Nati per Leggere ha svolto in Italia é emerso che l’attitudine a leggere ai bambini nei primi anni di vita prima dell’avvio del progetto era pari al 22% e molto più bassa al sud rispetto che al nord ed é passata dopo pochi anni di attività al 35%.

La strategia più efficace per promuovere la lettura precoce in famiglia é quella di inserirla nell’ambito delle buone pratiche per la salute del bambino raccomandate dal pediatra, come incluso da tempo nel programma genitoripiù sostenuto dal Ministero della Salute e dalle Regioni. Il contatto sistematico e personalizzato con il bambino e i suoi genitori da parte del pediatra consente infatti un’interazione efficace che deve poi essere ripresa e rinforzata in tutti i possibili contesti (biblioteche, consultori, asili nido, scuole materne).

Le azioni previste dal progetto, che si colloca quindi nell’ ambito degli interventi di sostegno alla genitorialità, comprendono percorsi di sensibilizzazione rivolti a genitori, la scuola, le istituzioni politiche, la società civile.
Il progetto nazionale opera attraverso strutture operative locali che si impegnano, attivando risorse umane ed economiche di enti locali e altre istituzioni pubbliche e private e di volontariato, a individuare le modalità progettuali di volta in volta più adatte alle realtà specifiche.

La diffusione del progetto ha interessato tutte le regioni italiane, in maniera diversificata in rapporto alle risorse umane ed economiche disponibili, grazie a una serie di attività:

• formazione degli operatori coinvolti e protocolli di intesa tra i soggetti proponenti;

• diffusione di materiale informativo sui benefici della lettura e di una precoce condivisione dei libri con i bambini;

• dono ai genitori di uno o più libri adatti al loro bambino al momento della visita pediatrica;

• allestimento di punti lettura negli ambulatori pediatrici, nei consultori, negli ospedali e nelle biblioteche;

• presenza di lettori volontari per dimostrare ai genitori l’interesse del bambino per i libri e la lettura;

• iniziative di socializzazione dell’esperienza di lettura, quali letture ad alta voce e laboratori di lettura rivolti a bambini e adulti.

Essere Rotariani esprime un fare insieme che determina un cambiamento come educazione alla generosità,alla disponibilità.

Noi,uomini ed ora anche donne del Rotary, rappresentiamo con il nostro FARE un “SERVIRE” come speranza per un’umanità più consapevole.

Arezzo,30/06/2017 Ines Marzi

Presidente Commissione Progetti