CONVIVIALE DI GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2025:
RELATORE IL PROF. GIOVANNI MENDUINI SUL TEMA “ALLUVIONI E ALTRI DISASTRI”

 

Il 23 gennaio 2025, presso l’Hotel Minerva si è tenuta la Conviviale dedicata al tema “Alluvioni e altri disastri”, con relatore il Prof. Giovanni Menduni, professore associato al Politecnico di Milano, esperto in “idrologia applicata alla valutazione del rischio da alluvione”, già membro della Commissione Grandi Rischi con Guido Bertolaso; attualmente incaricato della redazione del piano di protezione civile della città di Milano.

Il prof. Menduni, contattato grazie all’amicizia che lo lega al nostro socio Remo Chiarini, ha iniziato il suo intervento mettendo in evidenza gli elevati costi economici derivati, negli ultimi anni, dalle alluvioni e dai disastri naturali; solo nel 2023 il loro importo è stato pari a metà della finanziaria, mettendo in evidenza l’esigenza di prevenzione di queste sciagure non solo sotto il profilo della salvaguardia di vite umane, che da sola sarebbe sufficiente per rendere l’argomento come prioritario per l’attenzione della politica.

Le cause sono sicuramente da ricercarsi nell’innalzamento della temperatura globale, ormai evidente in tutti gli studi, che rende l’Italia particolarmente vulnerabile a causa della sua collocazione al centro del Mediterraneo e per la sua particolare conformazione geografica, con rilievi montuosi vicini alle coste. Il Mediterraneo, infatti, è un mare sostanzialmente chiuso, che sta aumentando la propria temperatura media e, per effetto di questo incremento, si creano elevate riserve di energia dalle quali si originano correnti di aria calda e umida che, incontrando dei rilievi in prossimità della costa, salgono di quota rapidamente e, raffreddandosi, provocano importanti rovesci che si autoalimentano a causa della prossimità delle acque calde del mare (cd. Temporali a V o “v-shaped storm”).

Il prof. Menduni non è entrato nella disputa scientifica su quelle che possano essere le cause del cambiamento climatico, interessando, in questa sede, gli effetti particolarmente gravi che, in Italia, possono assumere le alluvioni e gli altri disastri legati alle manifestazioni atmosferiche; il professore è passato, quindi, direttamente a esporne i principali motivi.

Il primo è che l’80% della popolazione vive in pianura e molte sono le città e i paesi che sorgono in prossimità di un corso d’acqua, in quanto, storicamente, la civiltà umana si è sviluppata vicino all’acqua, necessaria alla propria sopravvivenza.Molte costruzioni sono state edificate, inoltre, in prossimità degli argini nelle golene, senza lasciare lo spazio necessario ai fiumi a causa dello sfruttamento intensivo del suolo; in caso di piena, questi edifici vengo a trovarsi a un livello inferiore a quello del fiume, con grossi rischi alluvionali in caso di tracimazione ma, ancor più, di rottura degli argini.

Gli argini in golena, infatti, per gran parte dell’anno non sono bagnati dall’acqua e rappresentano dei luoghi ideali per le tane degli animali, che, scavando gallerie al loro interno, ne indeboliscono la capacità di resistere alle piene.

Il professore ha, quindi, esaminato le possibili azioni preventive, quali la sorveglianza degli argini, la loro copertura con materiali che ne preservino l’integrità nel tempo e le casse di espansione, analizzando i costi e le difficoltà alla realizzazione di tali interventi, molto spesso per gli impatti sociali che essi comportano; sempre di più saranno necessarie delle pianificazioni attente, che consentano l’individuazione delle priorità dei rischi per un utilizzo efficiente delle risorse. 

Il Segretario
Donato Neri