Codice Rosa: denunce e reticenze

Giovedì 18 il nostro Club ha organizzato una videoconferenza da titolo

Hanno relazionato sull’argomento la Dott.ssa Vittoria Doretti Direttore Area Dipartimentale promozione ed etica della salute ASL Toscana Sudest – ideatrice del Codice Rosa, e il Dott.Prof. Giuseppe Pasquale Macrì Direttore Area Dipartimentale medicina legale e gestione della responsabilità sanitaria ASL Toscana Sudest

La dottoressa Vittoria Doretti ha ideato, sviluppato e promosso, con particolare dedizione e impegno professionale, il protocollo operativo “Codice Rosa”, dedicato alle vittime della violenza di genere e dei crimini di odio, recepito nelle Linee guida nazionali in tema di soccorso e assistenza alle donne vittime di violenza.

Un protocollo grazie al quale può essere risparmiata alla vittima di una violenza, il dolore di dover raccontare l’abuso subito a persone diverse più di una volta, la Doretti , ha sempre detto che bisogna il più possibile fare al meglio il proprio dovere.

Il Codice  Rosa prese vita per la prima volta grazie ad una sua intuizione nel 2009 nell’Ospedale di Grosseto, al Pronto Soccorso, e si tratta di un percorso volto a prendersi cura delle donne maltrattate. C’è una stanza con attrezzature specialistiche per evitare ulteriori traumi alle vittime, come il lettino ginecologico per la visita in pronto soccorso, la doccia, la toilette, i kit per ridurre al massimo i tempi delle vittime.

Il motto della dottoressa è: “Nella misura in cui posso, se vedo qualcosa che non va, faccio qualcosa per cambiarlo”. Laureata giovanissima in  medicina, specializzatasi in Cardiologia e Anestesia, diplomata in Criminologia, la dottoressa Doretti  ha sempre detto che mancava e in troppi ospedali italiani manca ancora, il personale di primo soccorso preparato a riconoscere i casi di violenza e a collaborare con colleghi e forze dell’ordine per aiutare chi in quel momento è solo, debole e incapace di reagire.

Per questo è nato Codice Rosa che non punta a una eccellenza assoluta ma al fatto che dal più grande Policlinico al più piccolo punto di Pronto Soccorso ci deve essere, un “gender sensitive”, fortemente collegato con i centri antiviolenza, le forze dell’ordine, la procura in raccordo con le Istituzioni nell’accoglienza delle donne vittime di violenza, perché tutti possiamo essere  “sentinelle” di Codice Rosa.”

Proponiamo il video che la dottoressa ha voluto proporci per introdurre il suo ragionamento sulla violenza di genere

 

 

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